Di seguito le poesie composte a partire dalle immagini di
Scrive, rispondendo, Aron: È sempre molto entusiasmante ri-vedere e sentire tra-scritto ciò che si percepisce. Leggo e rileggo le tue righe e riesco ad immergermi nell’immagine altra che le parole trasportano con sé.
MI piace anche mostrarti come la mia percezione tende dopo una lettura “lineare” a lasciare tra le pause libertà di movimento. Vado su e giù, da destra a sinistra e viceversa. Ogni “magma di senso diventa di per sé autonomo e può incontrare l’altro in qualsiasi direzione. Il “come” non cambia quello che esce dal tutto_pagina_bianca …
… ti allego il documento con il file della poesia atomizzata e poi ricomposto.
… Devo dire che il processo di ricomposizione che si affronta sulla carta attraverso la lettura è molto rapido. Ho così seguito nella trascrizione il percorso sensoriale che ho avuto sulla pagina.
Ps:
Dal primo processo trasformativo di inconscio elettronico, le immagini di Aron, abbiamo pixel in tele percettivo reale, poesia di Pia. Rielaborazione successiva di Aron con una nuova stesura-forma poetica Ritinta il blu del blu.
installazione di elisa vladilo
ultima, tra le prime comparse (2014), anticipante figlia della ‘naturale-personale’ embodied cognition?
note
_ in-tesa, ‘la tesa’ le reti tese per l’uccellagione _ utilizzando la teoria di Rizzolatti, Gallese sui “neuroni specchio”- mirror neurons, possiamo dire che i versi nascono dall’attivazione di circuiti neuronali implicati nell’esecuzione di azioni, emozioni e sensazioni tra soggetti (persone, opere e fenomeni) che entrano in relazione _ in questo caso l’attivazione è avvenuta tramite la visione della fotografia scattata a françòise gilot e pablo picasso da robert capa e trovata in internet. La fotografia è stata recentemente ripubblicata nel volume R.C. Robert Capa, Visionari, I geni della fotografi, raccolta de la Repubblica e del National Geographic, 2020.
Videopoeta, videomaker ed esperto multimediale. Vive e lavora a Lecce. È laureato in Scienze della Comunicazione e specializzato all’Università di Roma Tre in Cinema, Televisione e Produzione audiovisiva con una tesi sulla Poetronica di Gianni Toti.
Attualmente si occupa di realtà virtuale e video a 360°. Appassionato di poesia e letteratura americana, la sua missione è mostrare agli altri quello che non si vede.
Elisa Vladilo, ha studiato all’Istituto d’Arte di Trieste, e all’Accademia di Belle Arti, Scenografia, a Venezia e a Milano.
Il suo lavoro si basa su installazioni e site specific negli spazi pubblici e privati, attraverso l’uso del colore in varie modalità.
Ha realizzato varie mostre in Italia e all’estero, e ha realizzato vari progetti in spazi pubblici, giardini, scuole, e altri luoghi.
Collabora con varie associazioni culturali e studi di professionisti. Ha vissuto a Londra per 3 anni, (1997 – 2000), entrando in contatto con alcuni aspetti della Public Art; in quel periodo ha partecipato anche a Whitechapel Open a London, e al Billboard Site Project a Belfast. Ha vinto il grant Pollock –Krasner Foundation di New York nel 1998; ha partecipato ad una Residenza a Berlino nell’ambito di un progetto europeo (2001).